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Colpisce, in un autore giovane come Fabrizio De Gregorio (18 anni), la naturale pratica - che non sarebbe sbagliato definire padronanza - di forme, ritmi e soluzioni quali la poesia ispira di norma solo a chi è più avanti negli anni. Scorrendo questa snella raccolta del 2012, "Confessioni rupestri", se non si conosce personalmente o attraverso una nota biobibliografica l'autore, si pensa a un poeta più grande d'età, per la dimestichezza con la pagina che vi si coglie e per la brillantezza delle immagini in essa presenti. O forse no. Forse tutto ciò non è vero. Forse Fabrizio De Gregorio ci ricorda che solo alla sua età l'eruzione poetica può fluire così magmaticamente, senza mediazioni, su carta; che Rimbaud ha scritto "Le illuminazioni" prima dei vent'anni con un nitore e una violenza emotiva quali non avrebbe più ritrovato con la maturità.